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COS'È LA SCULTURA CRONOTOPICA

K. Sueref
MOSTRA DI RENATO CARNEVALE A PISA - Italia

Dal 12 Novembre sino al 9 Dicembre ha avuto luogo, al Centro dell’Arte Moderna di Pisa, una mostra di scultura cronotopica dell’artista genovese Renato Carnevale. Il termine “cronotipia” è stato costruito a base delle parole greche antiche «cronos» e «topos».
Tutti e due i significati sono indefinibili e astratti. Si intende “cronos” nella lingua comune, lo spazio che separa due punti immaginari che noi definiamo come inizio e fine. In sostanza però il “cronos” è la sensazione della trasformazione che sopravviene in relazione al movimento (es. è passato del “cronos” tempo dal momento che sono partito di casa fino ad arrivare a scuola). Il bisogno umano ha diviso il tempo in parte ripetibili per avere uno strumento di riferimento.
Con il termine “topos” si intende nella lingua comune non solo il luogo, la terra, il punto materiale, ma anche il luogo nel suo senso generale, come ambiente, come punto dell’universo ed in genere ogni cosa che può diventare campo collegato con il tempo ed il movimento come è stato definito precedentemente (es. il “topos” luogo della logica, della matematica).
Certamente come ho riferito sopra, le parole “cronos” e “topos” sono indefinibili astratte. Sono parole che l’uomo usa per esprimere la sensazione del movimento e la sensazione dell’immagine.
Una costruzione che vuole concretizzare il rapporto dei significati astratti del “cronos” e del “topos” sarà senz’altro astratta nei termini logici.
Astratta non significa insensata ma di impossibile misurazione, che lascia intendere l’indefinito matematico dei significati materializzati.
Renato Carnevale volendo esprimere a suo modo la “cronotipia” ha costruito le sue “sculture”. Le sue immagini in metallo geometricamente distribuite, sono immobili in una cornice bianca quadrata, dentro una stanza nera. Un riflettore su una ruota speciale butta la sua luce in modo da creare un continuo movimento dell’ombra dell’oggetto metallico nella cornice bianca. Una musica programmata elettronica si interrompe a intervalli asimmetrici.
Questo insieme costituisce il motivo del costruttore di offrire al ricettore (ricevente) visivo ed acustico impressioni (a chi viene faccia a faccia con l’opera), la sensazione del luogo – posto – campo e del tempo connesso.
Il luogo – posto – campo viene espresso con il movimento dell’ombra delle figure in metallo nel quadrato bianco. Il tempo viene espresso dagli spazi tra le pause della musica elettronica.

Su questa base, con l’uso del suono, della luce e della materia ci sono delle variazioni della stessa idea e dello stesso oggetto. L’aggiunta di un cerchio sui pannelli bianchi con le forme geometriche in metallo, le separate luminose diapositive a colori che trasformano l’immagine nei colori dell’iride, il continuo apparente movimento delle figure interne geometriche.
Lo spettatore partecipa al dialogo con l’artista perché diventa una nuova terza componente del tempo-luogo. Cioè il suono assume un significato in relazione alla persona; la materia diventa una speciale figura-immagine in relazione all’uomo. In questa maniera lo spettatore diventa parte dell’insieme ed è l’indispensabile specificatore del soggetto.

La “costruzione” non può essere intesa indipendentemente dell’uomo perché in realtà la “costruzione” è l’interpretazione umana, l’interpretazione di una sensazione che è stata definita “cronos” tempo e di un’altra sensazione che è stata definita “topos” luogo.
Il programma introduttivo dell’esposizione riferisce a proposito: “Partendo dall’idea che non esiste movimento senza luogo” Carnevale con il movimento delle ombre che viene definito con la proiezione sugli stessi lavori, dalla luce di una fonte luminosa roteante vibra le sue opere dando l’impressione a chi sta di fronte che essi siano in movimento ed esprimono tramite il movimento dinamico il senso del luogo.
Le costruzioni sono state ispirate e costruite in modo da rendere più evidente il “gioco” delle ombre, che riportato sul campo visivo, creano al ricevente – abituato a considerare il movimento dell’ombra come conseguenza del movimento dell’oggetto che la crea – un’elevazione della coscienza del movimento energetico sulla forma.
“Il senso del tempo che scorre viene espresso e si materializza da suoni e da gruppi di suoni spezzati ritmicamente e costruiti a proposito e programmati per ogni opera e trasmessi a distanza (non in accompagnamento) del fatto visivo.
Però l’idea del tempo più che dalla divisione ritmica dei suoni, viene composta da maggiori pause che si intromettono alla programmazione, in modo che ad un certo ritmo, alla sua interruzione o alla maggiore durata si mischia nell’attesa e violenta con il suo intervento psicologico la corsa del tempo”.
Lo stesso artista aggiunge che suo scopo è l’esprimere con il suo linguaggio personale il tempo e il luogo. Questi elementi coesistono in ogni opera d’Arte. Tra la dimensione di lunghezza e profondità esiste sia il tempo che il luogo.
Il tempo dell’iconografia medievale persegue la sequenza visiva delle immagini. Nelle opere di Carnevale esiste il senso del tempo e del luogo in maniera dinamica e non statica come nell’arte tradizionale. Ora, il problema che nasce è in che misura.
questo tipo di opere possono essere considerate “opere d’arte” e il loro operaio-costruttore “artista”.
Mi sembra che se consideriamo l’arte come una specie di espressione e comunicazione che viene data con i mezzi delle forme estetiche, che parte da una problematica come è la relazione tra tempo-luogo e che come scopo di rivolgersi e comprendere l’unità sociale e l’insieme sociale (uomo-uomini), allora le opere di scultura “cronotopica” che sono menzionate prima, sono “opere d’arte” dell’ “artista”.
Non ci deve sfuggire che la concretizzazione dei significati astratti avviene sistematicamente per tutte le arti. Per esempio Iannis Xenakis per la musica, Pablo Picasso per la pittura. L’espressione artistica è riuscita oggi a comprendere nei suoi soggetti e alla maniera della loro espressione, ogni particolarità scientifica e innovazione tecnologica.
La scultura cronotopica di Renato Carnevale ci ha dato l’opportunità di formarci un’idea dell’arte contemporanea, dello stile e della tecnica.


IL SECOLO XIX - 4 - Novembre 1981

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